Podcast: Immunomodulatori e immunosoppressori per la sclerosi multipla progressiva: una meta-analisi di rete

Esistono oltre 60 revisioni Cochrane sulla sclerosi multipla e in questo podcast vi parlerò di una di esse, una meta-analisi a rete sugli immunomodulatori e gli immunosoppressori per la sclerosi multipla progressiva, che è stata pubblicata nel settembre 2024.

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Salve, sono Francesco Nonino, dell'Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, Italia. Esistono oltre 60 revisioni Cochrane sulla sclerosi multipla e in questo podcast vi parlerò di una di esse, una meta-analisi a rete sugli immunomodulatori e gli immunosoppressori per la sclerosi multipla progressiva, che è stata pubblicata nel settembre 2024.

La sclerosi multipla, o SM, è causata da un'infiammazione del cervello e del midollo spinale che causa danni che compromettono importanti attività della vita quotidiana, come camminare e prendersi cura di sé. Nel mondo, circa 2,8 milioni di persone convivono con la SM. La malattia colpisce tipicamente i giovani, soprattutto le donne, nella fase più attiva della loro vita, tra i 20 ed i 40 anni.
Le persone con SM sperimentano debolezza, stanchezza, crampi muscolari dolorosi e ridotta sensibilità in alcune parti del corpo. Col tempo, i sintomi possono peggiorare e portare alla necessità di una sedia a rotelle. La forma più comune di SM è chiamata "recidivante-remittente" perché i sintomi vanno e vengono nel corso degli anni, e ogni comparsa di sintomi viene definita "recidiva".  Quando il recupero non avviene, o è incompleto tra una ricaduta e l’altra, la condizione è nota come SM “progressiva”, sulla quale abbiamo focalizzato la nostra revisione.
Sebbene attualmente non esista una cura per la SM, sono disponibili diversi farmaci per ridurre l’infiammazione nel cervello o nel midollo spinale. Questi farmaci sono chiamati “modificanti la malattia” perché mirano a ridurre la frequenza delle ricadute e a rallentare la progressione della disabilità. Nella nostra revisione, abbiamo utilizzato una meta-analisi di rete per cercare di ordinare questi farmaci sulla base della loro efficacia nel ridurre le ricadute e nel rallentare la progressione, e per capire se qualche farmaco è meglio tollerato o causa meno eventi indesiderati rispetto agli altri.
Abbiamo trovato 23 studi che hanno coinvolto un totale di oltre 10.000 persone con SM progressiva trattate con un farmaco modificante la malattia o con un placebo per almeno un anno. Venti studi hanno confrontato trattamenti modificanti la malattia con placebo e tre studi hanno confrontato tra loro diversi trattamenti modificanti la malattia. La numerosità degli studi variava da 27 a 1651 partecipanti. La maggior parte degli studi è durata 12 o 24 mesi, solo quattro sono durati più di 24 mesi; e la maggior parte degli studi sono stati condotti dalle aziende farmaceutiche per ottenere l'autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco.
Complessivamente, siamo molto incerti sugli effetti dei farmaci sulle ricadute e sul rallentamento della progressione della disabilità. Tuttavia, abbiamo trovato prove scientifiche che due anni di rituximab e tre anni di interferone beta-1b probabilmente riducono leggermente il numero di persone con ricadute.
Il numero di persone che hanno interrotto l’assunzione di un farmaco a causa di eventi avversi è stato leggermente superiore con interferone beta-1a rispetto al placebo e probabilmente leggermente superiore rispetto al placebo per interferone beta-1b, rituximab, immunoglobuline, glatiramer acetato, natalizumab, fingolimod, siponimod, e ocrelizumab.
Nel complesso, la nostra sicurezza sugli effetti dei farmaci modificanti la malattia per i pazienti con SM progressiva è molto limitata. Questo perché le prove scientifiche che abbiamo reperito si basavano su un numero relativamente basso di persone che hanno presentato eventi come ricadute e progressione della disabilità; e prove insufficienti per periodi più lunghi di due anni. Ciò è particolarmente rilevante per una condizione cronica come la SM che si sviluppa nel corso di decenni. Sospettiamo inoltre che gli interessi delle aziende farmaceutiche abbiano influenzato la rendicontazione dei risultati.

In conclusione, se vogliamo avere prove affidabili sui benefici e sui danni nel tempo per le persone con SM progressiva, abbiamo bisogno di studi più lunghi che confrontino tra loro diversi trattamenti modificanti la malattia. Gli studi futuri dovrebbero anche prestare maggiore attenzione agli effetti importanti per questi pazienti, come la qualità della vita e le prestazioni cognitive.

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